p. 67-71 > Annientare di Michel Houellebecq

Michel Houellebecq,  Annientare

Marco Ricciardi

Una delle uscite più attese e significative di questo inizio d'anno è, senza ombra di dubbio, Annientare (La nave di Teseo), il nuovo romanzo (la cui edizione italiana è uscita in sincrono con l'originale francese, Anéantir) di uno degli autori più discussi e polemogeni della letteratura contemporanea, non solo francese: Michel Houellebecq. Le primissime reazioni del pubblico e della critica, come spesso accade per tutto ciò che ha a che vedere con l'autore de Les particules elementaires, sono state contrastanti, divergenti, a volte in qualche modo decisamente tranchant. Almeno su qualcosa, però, magari per arrivare a giudizi di merito opposti, le analisi sembrano in buona parte convergere: Annientare, sull'onda lunga degli ultimi romanzi (soprattutto a partire da Sottomissione) rappresenterebbe una sostanziale evoluzione, per alcuni deterioramento, della poetica dello scrittore francese. L'elemento differenziale più importante di questo ultimo Houellebecq sembrerebbe essere, almeno per parte della critica, l'incrinarsi di quella visione “nichilista”  senza redenzione che avrebbe caratterizzato lo scrittore ai suoi esordi e nelle prime fasi della sua carriera, e la ri-scoperta/celebrazione di alcune microstrutture sociali “tradizionali”, la coppia, la famiglia ecc. quali sorta di beni (etici) rifugio. Partendo da questa ipotesi (la cui verosimiglianza qui si cercherà di verificare) la recezione del testo tende, pur tra le varie sfumature e collocazioni intermedie, a polarizzarsi essenzialmente su due posizioni diverse, qui esemplificate dalle letture che ne danno da un lato Pierluigi Pellini (su «Le parole e le cose», 31 gennaio 2022)  e dall'altra Massimo Onofri su «Avvenire» (7 gennaio 2022). Se, parafrasando Pellini, Annientare ha definitivamente e chiaramente smascherato il carattere misogino, reazionario,  di estrema destra dell'autore (il che equivale ad una condanna quasi senza appello per uno scrittore  che, secondo Pellini ha annientato  «il suo fascino ambivalente» e che ormai si rivela impietosamente per quello che è cioè «uno scrittore mediocre e noioso») guardando Annientare dall'altra sponda (qui esemplificata per dovere di sintesi dalla recensione di Onofri) sarebbe proprio questa  (presunta nuova) apertura esplicita allo spirituale e ai valori “tradizionali” della coppia ad «aprire un varco inaspettato nel cuore nero del suo nichilismo» e far crescere di rango lo scrittore proprio  nella misura in cui passa «da un realismo ingenuo a un realismo, diciamo così, critico: un realismo cioè, che non si accontenta di rappresentare la realtà ma, nel mentre ce la restituisce, involge anche un giudizio morale». Due posizioni, quella di Pellini e di Onofri, ovviamente distanti ma che in qualche modo individuano una qualche soluzione di continuità in Annientare rispetto alla produzione precedente houellebecquiana.  A noi qui interessa, al di là o prima del giudizio di merito, andare a verificare se, e in che misura, questa novità  sostanziale esista ed in che modo possa essere funzionale o disfunzionale al valore del romanzo e/o possa rappresentare un valore o un disvalore nel giudizio complessivo sull'autore.

Una prima analisi esteriore, di carattere puramente “tipografico”, sembrerebbe in effetti palesare già un primo indizio circa la natura sui generis di quest'ultima fatica letteraria del nostro: 752 pagine (553 nella versione digitale che abbiamo preso a riferimento) sono una misura decisamente sopra gli standard dell'autore, il che, d'acchito, lascia intendere che il narratore abbia avuto effettivamente qualcosa di extra-ordinario da raccontare. Un altro elemento tecnico-narratologico che balza agli occhi è l'utilizzo del racconto in terza persona in luogo della più consueta inquadratura soggettiva del protagonista alter-ego, a cui Houellebecq ci ha spesso abituato, quasi a sottolineare, nelle intenzioni dell'autore di Annientare, un maggiore bisogno di “coralità”. Certo un protagonista, filo conduttore (di cui il narratore sposa movimenti e punto di vista, ma in modo affatto flessibile che lo porta anche “altrove” in una narrazione pluricentrica) c'è, ed è Paul Raison, braccio destro e amico di Bruno Juge ministro dell'Economia e delle Finanze a suo volta vero e proprio candidato ombra  alle presidenziali francesi in un ucronico (con stratagemma narrativo caro all'autore) 2027. L'apertura del libro è però eccentricamente focalizzata su Bastien Doutremont, funzionario del DGSI francese (direzione generale per la sicurezza interna) alle prese con un serie di video di misteriosi gruppi terroristici, la cui simbologia esoterica e i cui obiettivi e motivazioni, (mai esplicitati apertamente da rivendicazioni e apparentemente prive di un filo logico-politico) vengono faticosamente e contraddittoriamente interpretati dagli inquirenti. In uno di questi video viene minacciato di morte il ministro Bruno Juge: e sarà proprio questa la cerniera narrativa che coinvolgerà Paul, in quanto stretto consigliere e amico del ministro, anche su questo piano della narrazione. La prima impressione, vista anche la ricchezza di dettagli su questo nucleo narrativo sciorinata nella prima parte del romanzo (fintanto con l'inserimento nel testo di “reperti d'indagine” anche sotto forma di immagini esoteriche e linguaggi informatici criptati) è che il plot del libro possa svilupparsi soprattutto in direzione di una distopia fantapolitica. Il tema, va detto, c'è, e ha una certa rilevanza per buona parte del libro. Il climax di misteriosa e indecifrabile minaccia va, nel libro, di pari passo con l'escalation di minacce prima e di veri attentati poi che si susseguono con lo scorrere delle pagine e che si trasforma in una sorta di basso continuo, controcanto minaccioso alle vicende personali e professionali del protagonista. In parte organico a questo piano narrativo c'è il tema della politica in senso stretto, delle elezioni presidenziali (che coinvolgono direttamente Bruno e Paul), di una campagna elettorale che non si regge più sulle idee ma sul marketing (emblematica la figura della spin doctor Solène) dove non mancano riflessioni  sull'infelice condizione geopolitica della Francia e dell'Europa  («commercialmente, i cinesi sono nostri nemici, è certo, ma non per questo gli americani sono nostri alleati; per cui è una guerra in cui non abbiamo alleati.» p.207) pure in una ipotetica (ucronica) “ripresa” basata sul ritorno ad una  economia centralizzata alla francese.

Il nucleo più corposo e interessante della narrazione è però centrato sulla vita familiare e relazionale di Paul. In primis sul rapporto con la moglie Prudence, con la quale, all'inizio del racconto, condivide ormai quasi solo lo stesso appartamento ma in spazi rigorosamente separati, in una sorta di apocalisse erotica fredda in cui le dinamiche di coppia si riducono quasi soltanto ad una algida contrattualizzazione di spazi o di contabilità. Poi c'è il padre di Paul, ex funzionario del DGSI ormai in pensione (e che si capirà aver partecipato, qualche tempo prima, alle indagini sui misteriosi gruppi terrorristi) il cui coma improvviso (che lo renderà afasico e quasi del tutto paralizzato) e la lenta e faticosa riabilitazione costringerà tutta la famiglia ad una forzata reunion.

L'improvvisa riunione familiare ed i personaggi coinvolti diventano la vera linfa narrativa di buona parte di Annientare.  Da una parte Cécile sorella di Paul, fervente religiosa,  emotivamente forte e risoluta, che con suo marito Hervé (politicamente su posizioni conservatrici vicine al Rassamblement national, ma forse anche più di estrema destra visto che da giovane Hervé «doveva  certamente appartenere al Bloc identitaire» p.122) formano una coppia solida, dai valori ben “centrati” se non fosse che l'idillio, idiosincratico alla natura houellebecquiana, si incrina in un ghigno quando lo stesso Paul, rischiando un quasi incesto (in uno di quegli episodi narrativamente poco credibili non infrequenti in Houebellecq)  scopre che la nipote Anne-Lise  figlia della coppia, trasferitasi a Parigi, oltre a fare la studentessa si guadagna soldi facendo la escort. Dall'altra c'è Madeleine, la nuova compagna del padre che, destando un certo stupore nei familiari, si dedica anima e corpo alla cura dell'uomo e il cui rapporto, nato in tarda età, sembra agli occhi di Paul inspiegabilmente più profondo e complice di quello mai avuto con sua madre, morta anni prima. C'è Aurélien, il fratello di Paul, restauratore, dal carattere fragile simile alla madre ed emotivamente sovrastato dalla moglie Indy , giornalista in carriera, che ha preferito fare figli con una fecondazione eterologa piuttosto che con il marito, probabilmente il personaggio più odioso e irredimibile (e forse per questo meno interessante e schematico) di Annientare. Personaggio che darà il peggio di sé una volta che Aurélien, conosciuta Maryse (infermiera di origine africana conosciuta nella RSA dov'è ricoverato il padre) chiederà il divorzio.

È forse proprio l'incombenza della malattia e della morte in qualche modo a rendere intollerabile l'inautenticità della coppia ed il baratro di solitudine esistenziale che ne deriva e a spingere i personaggi ad un qualche cambio di status: Paul verso un progressivo riavvicinamento con Prudence e Aurélien verso il divorzio e l'inizio di una nuova relazione con Maryse. Ma anche qui la coppia houellebecquiana, apparentemente meno fragile che in opere precedenti, trova una qualche precaria e forse momentanea credibile agglutinazione solo nel momento estremo, in prossimità o in presenza dello spauracchio della fine. Un “idillio” stabile e duraturo, una formula sicuramente vincente, non c'è. Nel caso di Aurélien poi, l'amore ritrovato non servirà neppure ad evitare il definitivo cedimento psicologico.

Ma la coppia come nucleo eroso, degradato e al contempo in qualche modo ostinata ad esserci a riaggregarsi malgrado i continui tragici fallimenti non è un tema nuovo, è sempre stata centrale nell'autore, ed ha espresso la sua variabile, ricchissima e drammatica fenomenologia praticamente nell'intera opera narrativa houellebecquiana a partire da Estensione del dominio della lotta. E' pur sempre vero che in Houellebecq l'ontogenesi della coppia passa soprattutto dal sesso. Sarebbe meglio dire che per l'autore de Le Particelle elementari il sesso sia il grado zero, l'ultimo residuo di un'autentica comunicazione emotiva, in una società che non è più in grado di suggerire altre condi-visioni collettive, spirituali, ideologiche. Un sesso descritto senza fronzoli, in modo esplicito e con un lessico privo di eufemismi letterari, di una brutale sincerità psicologica che è stata definita pornografica probabilmente perché non edulcorata dal suo immaginario più crudo, ma che in realtà, laddove si muove più in empatia con l'autore, anche nelle sue forme più “controverse” (sesso mercenario, di gruppo, scambio di coppia, ecc.) è quasi sempre tentativo estremo, primordiale di uno scambio emotivo, dove l'altro, il corpo dell'altro, non è quasi mai solo “oggetto”. Caratteristica questa, se vogliamo, più legata ad una modalità “erotica” che “pornografica” anche se di un erotismo paradossale, senza eufemismi, senza sublimazioni precodificate, più effetto che causa del sesso; e non è un caso che il sado-masochismo sadiano, in cui l'individuo è sostanzialmente solo con il proprio piacere-dolore (interessanti le riflessioni a riguardo sparse qua e là dall'autore nei suoi romanzi) in Houellebecq acquisti connotazione solitamente negative.

Anche in Annientare il sesso c'è, ma e meno pervasivo nella narrazione rispetto agli standard dell'autore ed ha una fenomenologia ridotta. Qui ad Houellebecq interessa soprattutto analizzare il sesso come collante estremo, come consolazione/comunicazione terminale tra i personaggi. In quest'ottica la coppia gli sembra l'unico traballante e minimale nucleo sociale in grado di garantire una qualche forma di empatia e di consolazione ad un individuo che altrimenti rischia di trovarsi esistenzialmente e drammaticamente solo rispetto al totale non sense (in ottica razionalista-materialista) della fine: «Era un pensiero che dava le vertigini. Se poteva venirgli duro, se poteva leggere e contemplare il movimento delle foglie mosse dal vento, allora, penso Paul, alla vita di suo padre non mancava assolutamente nulla»(p.363).

Le vicende familiari e poi quasi ex-abrupto del destino privato, “biologico” del protagonista (con svolta narrativa apparentemente arbitraria ma invece funzionale alla poetica dell'autore come diremo), si muovono, come ci ha abituato Houellebecq quasi in antifona sia con le vicende  direttamente o indirettamente politiche  (elezioni presidenziali, attentati terroristici o di sabotaggio, ecc.) sia con le analisi filosofico-sociologiche dal carattere quasi saggistico inserite dall'autore all'interno dei romanzi (e Annientare non fa eccezione). Questo accade sia perché  i personaggi ne sono in qualche caso diretta parte in causa sia perché in Houellebecq questi inserti diventano fondamentali per inquadrare il contesto sociologico ed esistenziale all'interno del quale i personaggi si muovono; personaggi che a volte nello scrittore francese, se si esclude il protagonista, sembrano più nudi “attanti” funzionali alla narrazione che figure delineate a tutto tondo. L'incubo della violenza e del terrorismo nelle sue diverse radici, islamiche, ultraconservatrici o anarco-primitiviste-ultra-ecologiste (alla cui aree probabilmente, afferisce quello descritto in Annientare ma non avremo mai una vera risposta definitiva) è un tema ricorrente, un basso continuo nell'opera del nostro fin dagli esordi. Il nucleo drammatico o potremmo dire in qualche modo “tragico” (perché strutturalmente irrisolvibile e irreversibile nella cultura occidentale moderna) è la rimozione del trascendente, dello spirituale, del sacro. Dal  momento che ogni analisi di valore è arbitraria, senza  quella garanzia metafisica che l'Occidente ha volutamente e progressivamente rimosso a partire dalla rivoluzione scientifica prima e soprattutto dalla rimozione della “teologia” politica con la rivoluzione francese poi (e non è causale che tra le molte citazioni di filosofi o scrittori “anti-illuministi”  di Annientare, ci sia quella di De Maistre, pensatore controrivoluzionario, monarchico che Paul trova inopinatamente tra  i libri del padre), allora l'unico scopo  della società razionale, liberale e materialista, diventa il piacere e il successo dell'uomo-individuo slegato da valori trascendenti e condivisibili, di comunità. Ma appunto, l'uomo houellebecquiano non può più fare affidamento ai “valori” condivisi come ci ricordava già l'autore ne Le particelle elementari: «L'agnosticismo di principio della Repubblica Francese doveva facilitare il trionfo ipocrita, progressivo e anche leggermente subdolo, dell'antropologia materialista. Mai apertamente evocati, i problemi del valore della vita umana si trovavano altresì esiliati dagli animi individuali; si può senza alcun dubbio affermare che essi contribuirono in buona parte, nel corso degli ultimi decenni della civiltà occidentale, a creare un clima complessivo di depressione, per non dire di masochismo». Ecco che -ai bordi del precario ecosistema sociologico esistenziale houellebecquiano- l'irrazionale, il trascendente, lo spirituale, cacciati via dalla porta ribussano alla finestra come forza minacciosa,  incomprensibile se non appunto sado-masochistica . La simbologia oscura ed esoterica degli ineffabili terroristi  di Annientare (che il funzionario Deutremont si ostina a interpretare e a decriptare tra video su internet e misteriosi graffiti metropolitani), fa il paio con i sogni ricorrenti di Paul, cupi, plumbei, in cui la morte o la minaccia  dell'irreparabile è incombente. Inconscio metropolitano e individuale sembrano concordare sul fatto che questa dimensione spirituale/irrazionale, nella società occidentale contemporanea, sia davvero fuori controllo, un po' come lo sono, appunto, i frequenti sogni del protagonista: «Gli sarebbe davvero piaciuto ogni tanto fare dei sogni erotici […] ma non aveva nessun controllo sulla sua vita onirica, non era così che funzionava»(p.168).

Forze spirituali, trascendenti che sono sempre in bilico (per dirla quasi in termini “pasoliniani”) tra le Erinni  e le Eumenidi, tra l'essere forze feconde o distruttive. Ambiguità che non a caso, con un'ironica strizzatina d'occhio, Houellebecq assegna nel racconto al ruolo della religione neopagana Wicca, alla quale proprio Prudence si è da poco convertita. Se da una parte questa conversione viene interpretata da Paul stesso (magari per la concezione cosmologica della Wicca centrata sull'equilibrio di principio maschile e femminile e per gli altri aspetti che ne derivano) come una probabile influenza positiva nel risveglio erotico e nel riavvicinamento con la moglie, dall'altra è la stessa setta religiosa (per un'apparente condivisione con i terroristi di alcune simbologie esoteriche), a finire ambiguamente nella lista dei gruppi sospettati per gli attentati. Così come ambiguo e polisemico (ma anche qui narrativamente poco credibile) è l'episodio del prelevamento  forzato del padre dalla rsa per il quale la famiglia decide di coinvolgere nell'impresa gruppi di attivisti pro-vita.

In Annientare quasi di pari passo agli inserti onirici vanno gli inserti documentaristici, altro topos dell'autore. In questo caso sono i documentari sui comportamenti animali che Paul guarda alla televisione ad avere un significato rilevante, laddove il narratore, con ironico sguardo etologico-razionalistico (ma con ovvia proiezione filosofico-antropologica), si ostina a cercare (invano) dei principi etici in qualche modo universali, “giusnaturalistici”: anche lì però deve scontrarsi con una realtà irriducibile in formule, laddove, ad esempio, senza apparente logica, all'individualismo mortifero delle migali, si contrappone la misteriosa è complessa organizzazione sociale dei ratti.

In conclusione: Annientare è un libro che si nutre in fondo di formule e di stilemi tipicamente houellebecquiani. Oltre ai pregi ne ritroviamo anche alcuni “difetti classici”, come l'approssimazione psicologica di alcuni personaggi e delle loro evoluzioni, la poca verosimiglianza  di alcuni avvenimenti ed evoluzioni del plot, ecc. Anche se ci ricordiamo bene la frase “manifesto” dell'autore in Estensione del dominio della lotta («Il mio scopo non è di incantarti con sottili notazioni psicologiche» ecc.)  forse in Annientare questo limite potrebbe disturbare di più proprio nella misura in cui l'autore dà o cerca di dare un respiro narrativo più ampio, corale  e dettagliato alla narrazione e al rapporto tra i personaggi. 

Certo, il gradiente, il rapporto tra i vari temi e stilemi è variato rispetto alle prime pubblicazioni; negli anni  l'immaginario su alcuni temi, ad esempio l'Islam, è passato dal ruolo di pura minaccia a quello di ipotetica e distopica/utopica opportunità. Ma appunto di ipotesi, di esplorazioni coraggiose ai limiti dell'immaginario si tratta;  il  nucleo centrale della questione in Houellebecq resta invece sostanzialmente lo stesso. Per esemplificare: così come lo scrittore francese si divide, nelle sue  preferenze filosofiche, tra pensatori apparentemente distanti se non inconciliabili come Comte (spesso citato nei suoi romanzi, ed emblema del pensiero positivistico-razionale antimetafisico occidentale) Schopenhauer (sul pensiero del filosofo tedesco Houellebecq ha perfino pubblicato un libro) o Pascal, allo stesso modo i personaggi alter-ego dei suoi romanzi barcollano drammaticamente (ma sarebbe meglio dire tragicamente visto l'indissolubilità del nodo) tra il baratro del vuoto metafisico e la nostalgia di un baricentro irrecuperabile. È di certo questo nodo irrisolto (con sguardo spietatamente lucido e senza retoriche definitive e consolatorie) a rimanere, anche in Annientare, il nucleo più fecondo e interessante dell'autore.

In Sottomissione Houellebecq aveva portato l'esplorazione del protagonista ai limiti estremi di un “abbandono” alla controrivoluzione, alla restaurazione, alla ri-teologizzazione della società. Ma la conversione all'Islam come ipotesi per absurdum di pacificazione esistenziale (proprio nel momento in cui la sottomissione religioso-filosofica sembra stia per avvenire nel protagonista) si rivela costituzionalmente impraticabile e la narrazione deve per forza interrompersi. Ma neppure le suggestioni ultraterrene della Wicca di Prudence nelle pagine finali di Annientare, pur suscitando una sorta di ammirazione e di commovente suggestione in Paul (o di quasi nostalgia, proprio in termini comtiani,  per un'infanzia "spirituale" e metafisica perduta) possono, davvero fino in fondo, essere esistenzialmente condivise dal protagonista.

Per l'Occidente razionalista e laico, che si è ostinato a voler guardare in faccia “la verità” e ne è rimasto metafisicamene pietrificato, le “menzogne” dello spirito e delle religioni sono ormai impraticabili, non è più possibile tornare indietro,  ma il disorientamento e il non-sense, sembrano le sintomatologie esistenziali di una ferita inguaribile.

In Annientare, nel momento decisivo, con una sorta di colpo improvviso di teatro, tutte le questioni politico-sociologiche e la coralità familiare allargata del racconto lasciano spazio a pagine in cui l'inquadratura stringe inesorabilmente  in dettaglio, sulle vicende personali di Paul e Prudence.

Senza narrazioni collettive condivise, nei momenti esiziali, decisivi, per Houellebecq il dramma e la narrazione non possono che essere individuali o al massimo condivisi nel precario, sempre pericolante e residuale guscio della coppia. Emblematiche in questo senso le ultime battute di Annientare:

 

 «Forse in definitiva aveva ragione il mondo, penso Paul, forse non trovavano posto in una realtà che si erano limitati ad attraversare con incomprensione spaurita. Ma erano stati fortunati, per la maggior parte delle persone  la traversata era, dall'inizio alla fine, solitaria.

“Non credo che fosse in nostro potere cambiare le cose” le disse alla fine. Ci fu una folata di vento gelido, la strinse più forte a sé.

“No tesoro.” Lo guardo negli occhi, sorridendo a metà, ma sul suo viso brillavano le lacrime.

“Avremmo avuto bisogno di meravigliose menzogne”» (p.548).

 

Michel Houellebecq, Annientare, La Nave di Teseo, Milano, 2022