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Roberto Puliero, il cantore dell’Hellas Verona e il poeta in vernacolo.

Una scheda bio-bibliografica 

Marco Menato

 

abstract

Scheda bio-bibliografica di Roberto Puliero (1946-2019), giornalista sportivo (Hellas Verona F. C.) e poeta in vernacolo veronese. 

 

KEYWORDS 

Puliero Roberto

Poesia in dialetto veronese, sec. XX

 

L’11 o il 13 marzo del 1903[1] un gruppo di studenti del liceo classico ‘Scipione Maffei’ di Verona insieme al loro professore di greco, Decio Corubolo, fondano l’Associazione Calcio Hellas-Verona, primo nucelo dell’attuale Hellas Verona Football Club. Da allora, con alterne vicende nelle serie A, B e perfino C, la squadra ha rappresentato Verona nel mondo del calcio nazionale e anche internazionale. Nel 1984-85, sotto la guida dell’allenatore Osvaldo Bagnoli, ha conquistato il primo e finora unico scudetto con una giornata d’anticipo[2]: per una città che ha il sapore ancora della provincia è stato un obiettivo che forse non avrebbe mai osato sperare, ma questo è il fascino del gioco del calcio, al quale pochi riescono a resistere. Anche la vicenda del Chievo Calcio, nato nel 1929 e scomparso dal professionismo nel 2021, che richiama nel nome un quartiere periferico di Verona, dimostra quanto il calcio sia riuscito a connaturare molte realtà locali, e in particolare Verona, più di altri sport, muovendo molti interessi[3].

La passione di cui è circondata l’Hellas Verona è dovuta però anche a un personaggio come Roberto Puliero, che dagli anni Settanta ha cantato le gesta della squadra al pubblico veronese, lasciando da parte il resto del pubblico nazionale, che mai lo ha conosciuto dato che lui stesso non volle mai scrollarsi di dosso la ‘veronesità’. Puliero, nato a Verona il 5 agosto 1946, è morto nella sua città il 19 novembre 2019. Dopo la laurea in lettere classiche a Padova (tesi in letteratura neogreca[4]: sembra quasi un destino, il nome della squadra richiama l’antica Grecia e fu proprio il docente di greco del Maffei a volerlo, forse per nobilitare la nascente associazione!), ha insegnato lettere nelle scuole medie e contemporaneamente si è dedicato molto al teatro con la compagnia La Barcaccia, da lui fondata nel 1969 e chiusa nel 2020[5]. Regista e autore di molte rielaborazioni dei classici (specie Goldoni e Shakespeare) e di tre commedie per ragazzi del greco Theotokas, gli fu a genio soprattutto il ruolo di primo attore, sia nei classici spettacoli teatrali sia in quelli meno paludati e scherzosi dove metteva in mostra personaggi ricavati dalla vita comune: il cavaliere del lavoro Gustavo Lapearà, l’edicolante Marcusini Gigiotto, Gennaro Caputon “veronese terron”, don Bortolon parroco di Cavaion e i politici locali, fra i quali spicca la sindaca Michela Sironi, efficacemente ritratta in Ravani par naoni, raccolta di versi satirici in dialetto veronese.

Quasi per caso, è lui stesso a narrarlo, la prima radiocronaca in trasferta per Radio Adige (parecchi anni dopo su Radio Verona) avvenne il 25 settembre del 1977 per Fiorentina – Verona, finita 1-2. L’ultima il 29 settembre 2019, Cagliari – Verona, terminata con un onesto 1-1. Oltre quarant’anni di cronache vissute con altissima passione, i primi anni pure con difficoltà tecniche visto che le radio, allora definite ‘libere’, non potevano trasmettere in diretta e la loro presenza era osteggiata dalla stampa tradizionale. Fu presente anche nei programmi televisivi di Telearena, Tele Nuovo e Canale 65. Oggi restano alcuni spezzoni nella Rete, in qualche cassetta audio e CD conservati in biblioteca[6], insieme al fresco e divertito racconto dei primi vent’anni intitolato Alè alè alè bum bum, motivo che consacrava il sospirato gol del Verona. Il volumetto, edito dall’editore Perosini, è l’unico che dia conto in modo ampio della sua attività di radiocronista sportivo e nel medesimo tempo che ne suggelli le indubbie qualità letterarie, ispirate a Gianni Brera e al veronese (anzi di Villafranca di Verona) Cesare Marchi[7], scrittore che godeva di una certa notorietà anche per l’appoggio di Indro Montanelli. “Perché Puliero ha tanto successo come radiocronista? … Il merito di Puliero – scrive Tim Parks - è di rivestire il commento di una teatralità e di un senso di prova attoriale che surroga almeno parzialmente il mancato spettacolo della gara, rendendo il risultato finale più accettabile. La sua voce straripa di gestualità. Soffre quanto soffriamo noi. E come il tifoso esperto allo stadio, Puliero sposa una totale partigianeria – desidera con forza che il Verona vinca – a una visione della partita risolutamente obiettiva. Non finge mai che la squadra stia giocando meglio di quanto avviene in realtà. Non immagina che sia rigore ogni volta che un giocatore veronese stramazza in area.”[8]

Nonostante i molti apprezzamenti ed inviti a calcare le scene nazionali, Verona rimane il centro e motore delle sue passioni: teatro, calcio e poesia, sulla scia della grande tradizione locale a partire da Barbarani[9], ma con una punta di insofferenza nei confronti di tanta ciarlataneria poetica. Dal 6 ottobre 2013 al 17 novembre 2019 tiene sul settimanale cattolico ‘Verona Fedele’ la rubrica di satira in versi in dialetto veronese, ‘No gh’è verso…’, ispirata all’omonima raccolta uscita nel 2011. Nell’ultima silloge, significativamente intitolata La poesia del balon, confida in terza persona nella nota iniziale: “Si può fare poesia parlando del ‘balon’? Ci ha provato con successo, nel secolo scorso, Umberto Saba[10], poeta triestino capace di mettere in versi l’esaltazione dell’attaccante e lo scoramento del portiere battuto in occasione di un gol. Non hanno la pretesa di provarci questi versi in rime ‘sbigolàde’, il cui Autore ben sa che la poesia vera è tutta un’altra cosa.  Ma non v’è dubbio che il calcio, gli entusiasmi per le vittorie, il dolore delle sconfitte, la trasformazione in miti dei propri eroi, l’amore per dei colori, misteriosamente sbocciato fin ch’eravamo fanciulli e poi coltivato sino alla vecchiaia, portano con sé una tale moltitudine di sentimenti, palpiti, speranze, sofferenze e sussulti segreti o manifesti, che in qualche modo si apparentano ai sentimenti generati dalla poesia”.

 

 

Bibliografia (in ordine cronologico)

Cantar Verona. Poesie di Tolo da Re, Berto Barbarani, Ottavio Zanetti, Dino Coltro, El Carlin de la Piassa (Carlo Tomiolo), Umberto Rossignolo, Angelo Sartori, Plinio Ravazzin recitate da Roberto Puliero. Musiche di Franco Bignotto. Fotografie di Ezio e Raffaello Bassotto. Presentazione di Jean Pierre Jouvet, Verona, Edizioni artistiche Cortina, 1987, 64 p., XXIV c. di tav. + 1 audiocassetta.

Noantri, Zevio, Perosini, 1995, 56 p., introduzione di Franco Ceradini.

Alé alé alé bum bum. Vent’anni di radiocronache gialloblù, Zevio, Perosini, 1996, XI-143 p., prefazione di Darwin Pastorin vicedirettore di Tuttosport, con una nota di Franco Ceradini.

Ravani par naoni, Sommacampagna, Cierre, 2001, 164 p., ill.

Ricordare gli uomini non dimenticare gli eventi: 25 Aprile 1945-2005. A cura del comitato spontaneo "amici del 25 aprile". Commento Maurizio Zangarini, voce Roberto Puliero, Valeggio sul Mincio, [s.n.], 2005, 1 DVD (1 h 30 min.), Verona, Biblioteca e archivio dell’Ivres.

La Barcaccia: quarant’anni di teatro popolare, Verona, La Barcaccia, 2009, [112] p., ill.

No gh’è verso, Sommacampagna, Cierre, 2011, 87 p.

Giorgio Gioco, Vi racconto la Verona in tavola. 15 canzoni per 15 ricette, tra arte e cultura della tradizione veronese, con la partecipazione di Roberto Puliero, Pastrengo (VR), Azzurra music, 2011, 40 p., ill. + 1 CD.

Mauro Dal Fior, Sbalonade gialoblù. Poesie satiriche in lingua veronese sull’Hellas e il mondo del calcio. Prefazione di Roberto Puliero, Verona, Bonaccorso, 2012, 124 p.

Un anno in rima, Verona, Delmiglio, 2014, 133 p.

La poesia del balon, Sommacampagna, Cierre, 2015, rist. 2020, 146 p.

La Barcaccia: mezzo secolo in scena, Verona, La Barcaccia, 2019, [32] p., ill., in custodia con l’edizione del 2009.

 


[1] Il dato non è sicuro, cfr. Adriano Paganella, I pionieri e l’Hellas, in Il calcio a Verona, Verona, Comune di Verona – Assessorato allo Sport, 1999, p. 13.

[2] Cfr. Il Verona Campione: l’impresa che ha stupito il calcio, a cura di Andrea Sambugaro, Verona, Athesis, 2005.

[3] A proposito del Chievo Calcio, rinvio a Tim Parks, Questa pazza fede. L’Italia raccontata attraverso il calcio, Torino, Einaudi, 2002, p. 251-253. In realtà il volume è tutto dedicato all’Hellas Verona, squadra della quale Parks è tifoso sfrenato, come del resto indica il titolo originale, A Season with Verona. Traduzione di Massimo Bocchiola.

[4] Il teatro di Giorgio Theotokas, relatore Filippo Maria Pontani, correlatore Giovanni Calendoli. Per le notizie biografiche ringrazio il fratello Mario, direttore di Telearena, e la moglie Kety Mazzi. Riferimenti bibliografici a Puliero come autore e come soggetto sono reperibili nei 7 volumi relativi agli anni 1993-2015 della Bibliografia veronese di Giuseppe Franco Viviani e Giancarlo Volpato, edita dall’Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona (parzialmente on line sul sito dell’Accademia).

[5] Cfr. i due volumi dedicati all’attività della Barcaccia citati in bibliografia.

[6] A Verona nell’Accademia di agricoltura scienze e lettere e in Biblioteca Civica.

[7] 1922-1992, pubblicò molte opere da Rizzoli, fra le quali Impariamo l’italiano (1984) e Siamo tutti latinisti (1986).

[8] Tim Parks, Questa pazza fede, cit., p. 275, a Puliero è riservato il capitolo tra le p. 272-280.

[9] In merito rinvio alle considerazioni critiche di Franco Ceradini nell’introduzione a Noantri, raccolta di poesie firmata da Puliero e da Ampelio Buriana, suo pseudonimo. Stupisce che il catalogo del Servizio bibliotecario nazionale non riconosca Ampelio Buriana come pseudonimo di Roberto Puliero! Dall’esame del medesimo catalogo emerge anche la scarsa la presenza dei testi di Puliero, spiegata anche dal fatto che la maggior parte delle biblioteche veronesi non partecipano, purtroppo, a Sbn: una delle tante scelte incomprensibili di assessori, così bene messi alla berlina da Puliero, che nella sua lunga carriera ebbe pure nel 2002 l’offerta dal centrosinistra di candidarsi come sindaco, cosa che allontanò con vigore.

[10] Cfr. Alberto Brambilla, Saba, Trieste, e il calcio. Capricci e divagazioni sulle cinque poesie per il gioco del calcio, Macerata, Biblohaus, 2019 (nota mia).