Traduzione di Emily Dickinson
Marco Caporali
Leggendo Emily Dickinson mi sembrava di restare sulla soglia, senza riuscire davvero a varcarla. Il bisogno di addentrarmi, di avere una piena visione delle cose, di essere invaso dalla sua poesia, posseduto per riuscire a possedere, mi ha spinto a tradurla. Quando ogni dettaglio, anche il più controverso, è pienamente in luce, è possibile percepire la grandezza di un poeta dallo stile inimitabile. Con tale coscienza, e una dose di incoscienza senza la quale viene meno il coraggio, tradurre questa ardua poesia è dunque per me il tentativo di comprenderla, di afferrare quel che altrimenti si sottrae alla presa. Evitando di normalizzare lo scarto imprevisto, l’infrazione alla norma, il non conforme, ho cercato di preservare, fin dove riuscivo, l’alterità rispetto alla lingua corrente, la straordinaria modernità di una poesia che rompeva gli schemi, le abitudini linguistiche e mentali, in una terra così lontana dai più fecondi territori del moderno.
Mentre procedevo nell’opera di traduzione ho conosciuto una cantautrice, Lalla Bertolini, che aveva musicato delle poesie di Emily Dickinson. Ho ascoltato le registrazioni e ho iniziato a tradurre i testi musicati e cantati nell’originale. Delle tredici poesie scelte da Lalla Bertolini e qui riproposte nell’ordine in cui sono registrate, solo una, la n.141, avevo già tradotto. Così è nata l’idea di una performance in cui qualcuno avrebbe letto in inglese, io in italiano, e a seguire l’esecuzione musicale. Questo qualcuno si è presto materializzato nel giovane attore Augusto Cerruti, per la sua capacità di unire espressività e aderenza nella resa dell’originale.
La performance è andata in scena il 3 giugno a Casperia, paese della Sabina, con la partecipazione della cantante Linda De Luca. Volevo che si mostrassero tre diverse esecuzioni di un testo, ad opera di un attore, di un traduttore e di un musicista. E che questo potesse rappresentare un arricchimento, rispetto alla semplice lettura ad alta voce, è stata una scommessa forse vinta se un testimone d’eccezione come Riccardo Duranti (che ringrazio per i preziosi chiarimenti e osservazioni) ha ritenuto l’esecuzione musicale pertinente al testo, data la familiarità di Emily Dickinson con gli inni protestanti all’origine del blues. Per cui – secondo Duranti – l’esecuzione musicale di Lalla Bertolini non sottrae, non si pone come corpo estraneo ma aggiunge un elemento insito nel testo, facendolo affiorare e mettendo in luce un legame non così ovvio. Un contributo dunque alla percezione della poesia, specie della poesia detta ad alta voce, così raramente in grado (a meno che non sia stata concepita per la recita) di raggiungere l’uditorio senza pena per l’enunciato.
Il giocoliere del giorno
Poesie di Emily Dickinson
(traduzione di Marco Caporali)
228
Blazing in Gold – and
Quenching – in Purple!
Leaping – like Leopards – in the sky -
Then – at the feet of the old Horizon –
Laying it’s spotted face – to die!
Stooping as low as the kitchen window –
Touching the Roof –
And tinting the Barn –
Kissing it’s Bonnet to the Meadow –
And the Juggler of Day – is gone
228
In oro sfavilla – e
in porpora si placa!
Balza – come leopardo – in cielo –
poi – ai piedi del vecchio orizzonte –
adagia la sua faccia maculata – per morire!
Chino a una finestra di cucina –
tocca il tetto –
tinteggia il granaio –
bacia verso il prato il suo berretto –
e il giocoliere del giorno s’invola
657
I dwell in Possibility –
A fairer House than Prose –
More numerous of Windows –
Superior – for Doors –
Of Chambers as the Cedars –
Impregnable of Eye –
And for an Everlasting Roof
The Gambrels of the Sky –
Of Visiters – the fairest –
For Occupation – This –
The spreading wide my narrow Hands
To gather Paradise –
657
Dimoro nella possibilità –
una casa più radiosa della prosa –
più numerose le sue finestre –
superiori – le porte –
Di stanze come cedri –
allo sguardo inespugnabili –
e per tetto perenne
i timpani del cielo –
Dei visitatori – i più leggiadri –
per occupazione – questo –
distendere le mie minute mani
per accogliere il paradiso –
401
What Soft – Cherubic Creatures –
These Gentlewomen are –
One would as soon assault a Plush –
Or violate a Star –
Such Dimity Convictions –
A Horror so refined
Of freckled Human Nature –
Of Deity – ashamed –
It’s such a common – Glory –
A Fisherman’s – Degree –
Redemption – Brittle Lady –
Be so – ashamed of Thee –
401
Che soffici cherubiche creature –
sono queste gentildonne –
daresti piuttosto l’assalto a un peluche –
violeresti una stella –
Convinzioni di cotonina –
un orrore così raffinato
per la lentigginosa natura umana –
della divinità – vergognose –
E’ una così comune – gloria –
rango – d’un pescatore –
la redenzione – fragile dama –
di te – avrà vergogna –
266
This – is the land – the Sunset washes –
These – are the Banks of the Yellow Sea –
Where it rose – or whither it rushes –
These – are the Western Mystery!
Night after Night
Her purple traffic
Strews the landing with Opal Bales –
Merchantmen – poise upon Horizons –
– and vanish like Orioles!
266
Questa – è la terra – che il tramonto bagna –
queste – sono le rive del mar Giallo –
laddove sorse – o verso dove scorre –
il mistero dell’Occidente!
Sera dopo sera
un traffico purpureo sparge
balle d’opale all’approdo –
i mercantili – in bilico sull’orizzonte –
s’immergono – e come orioli svaniscono!
413
I never felt at Home – Below –
And in the Handsome Skies
I shall not feel at Home – I know –
I dont like Paradise –
Because it’s Sunday – all the time –
And Recess – never comes –
And Eden’ll be so lonesome
Bright Wednesday Afternoons –
If God could make a visit –
Or ever took a Nap –
So not to see us – but they say
Himself – a Telescope
Perennial beholds us –
Myself would run away
From Him – and Holy Ghost – and All –
But there’s the “Judgment Day”!
413
A casa non mi sono mai sentita –
quaggiù – e neppure nei cieli radiosi
potrò sentirmi a casa – lo so –
non mi piace il Paradiso –
Perché tutto il tempo è domenica
e mai una pausa –
e tanto solitario sarà l’Eden
nei pomeriggi lucenti del mercoledì –
Se Dio potesse recarsi in visita –
o si assopisse –
da non vederci – ma dicono che sia
proprio un telescopio –
Che mai ci perde d’occhio –
per me da tutto
vorrei fuggire – da Lui dallo Spirito Santo –
ma c’è il “Giorno del Giudizio”!
543
I fear a Man of frugal Speech –
I fear a Silent Man –
Haranguer – I can overtake –
Or Babbler – entertain –
But He who weigheth – While the Rest –
Expend their furthest pound –
Of this Man – I am wary –
I fear that He is Grand –
543
Temo un uomo frugale nel parlare –
temo un uomo silenzioso –
l’arringatore – posso superare –
o il chiacchierone – intrattenere –
Ma chi soppesa – mentre gli altri
spendono tutte le loro monete –
di quest’uomo – diffido –
lo temo un grande –
258
There’s a certain Slant of light,
Winter Afternoons –
That oppresses, like the Heft
Of Cathedral Tunes –
Heavenly Hurt, it gives us –
We can find no scar,
But internal difference,
Where the Meanings, are –
None may teach it – Any –
‘Tis the Seal Despair –
An imperial affliction
Sent us of the Air –
When it comes, the Landscape listens –
Shadows – hold their breath –
When it goes, ‘tis like the Distance
On the look of Death –
258
C’è una certa inclinazione della luce,
pomeriggi d’inverno –
che grava, come un peso di arie
da cattedrale –
Celestiale ferita, non lascia
in noi cicatrice,
ma un interno divario,
dove dimorano i significati –
Ad altri
non la si può insegnare – sigillo
della disperazione, imperiale afflizione
inviata dell’aria –
Se viene, il paesaggio è in ascolto –
ombre – trattengono il fiato –
se va, è come la distanza
sul volto della morte –
770
I lived on Dread
To Those who know
The Stimulus there is
In Danger – Other impetus
Is numb – and Vitalless –
As ‘twere a Spur – upon the Soul –
A Fear will urge it where
To go without the Spectre’s aid
Were Challenging Despair.
770
Ho vissuto di terrore –
per coloro che conoscono
lo stimolo del pericolo
non ha vigore
né vita ogni altro impulso –
Come fosse uno sprone – all’anima –
la incalzerà una paura laddove
andare senza il soccorso dello spettro
sarebbe sfida alla disperazione.
251
Over the fence –
Strawberries – grow –
Over the fence –
I could climb – if I tried, I know –
Berries are nice!
But – if I stained my Apron –
God would certainly scold!
Oh, dear, – I guess if He were a Boy –
He’d – climb – if He could!
251
Oltre il recinto –
fragole – crescono –
oltre il recinto –
se provassi potrei – lo so – arrampicarmi –
sono gustosi i frutti!
Ma – se macchiassi il mio grembiule –
certo Dio mi sgriderebbe!
Oh, cielo, – se fosse un ragazzo – immagino –
pure si arrampicherebbe – potendo!
141
Some, too fragile for winter winds
The thoughtful grave encloses –
Tenderly tucking them in from frost
Before their feet are cold.
Never the treasures in her nest
The cautious grave exposes,
Building where schoolboy dare not look,
And sportsman is not bold.
This covert have all the children
Early aged, and often cold,
Sparrows, unnoticed by the Father –
Lambs for whom time had not a fold.
141
Alcuni, troppo fragili per i venti invernali
la premurosa tomba ricopre –
teneramente rimboccandoli dal gelo
Mai i tesori del suo nido
la cauta tomba mostra,
sorta laddove non osano
lo scolaro e l’atleta.
Questo rifugio è di tutti i bambini
precocemente vecchi, e spesso freddi,
passeri, trascurati dal padre –
agnelli per i quali il tempo non aveva ovile.
850
I sing to use the Waiting
My Bonnet but to tie
And shut the Door unto my House
No more to do have I
Till His best step approaching
We journey to the Day
And tell each other how We sung
To Keep the Dark away.
850
Canto per mettere a frutto l’attesa –
la mia cuffia da annodare
e chiusa la porta di casa
nient’altro da fare
Fin quando il suo passo migliore si accosta
in viaggio ci mettiamo verso il giorno
raccontandoci come cantammo
per tenere lontano il buio.
26
It’s all I have to bring today –
This, and my heart beside –
This, and my heart, and all the fields –
And all the meadows wide –
Be sure you count – sh’d I forget
Some one the sum could tell –
This, and my heart, and all the Bees
Which in the Clover dwell.
26
E’ tutto quel che devo oggi portare –
questo, e il mio cuore accanto –
questo, e il mio cuore, e tutti i campi –
e tutti i vasti prati –
accèrtati di contare – caso mai mi dimenticassi –
qualcuno potrà far presente il totale –
questo, e il mio cuore, e tutte le api
che nel trifoglio dimorano.
304
The Day came slow – till Five o’clock –
Then sprang before the Hills
Like Hindered Rubies – or the Light
A Sudden Musket – spills –
The Purple could not keep the East –
The Sunrise shook abroad
Like Breadths of Topaz – packed a Night –
Lady just unrolled –
The Happy Winds – their Timbrels took –
Birds – in docile Rows
Arranged themselves around their Prince
The Wind – is Prince of Those –
The Orchard sparkled like a Jew –
How mighty ‘twas – to be
A Guest in this stupendous place –
The Parlor – of the Day –
304
Il giorno procedeva lentamente – fino alle cinque –
poi balzò davanti alle colline
come rubini reclusi – o la luce
che un improvviso moschetto rilascia –
La porpora l’oriente non poteva trattenere –
altrove si scuoteva l’alba –
come tese di topazio – a sera ravvolte –
appena srotolate dalla dama –
Allegri i venti – presero i loro cembali –
uccelli – in docili file –
accanto al loro principe si posero
il vento – è il loro principe –
Il florido frutteto sfavillava –
quanto potente era – essere
ospite in questa stupenda dimora –
il salotto – del giorno –