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Presentazione

Cetta Petrollo Pagliarani

 

La storia e la memoria culturale della seconda metà del Novecento italiano si conservano e tramandano non solo attraverso le edizioni a stampa conservate nelle biblioteche private – degli autori e delle istituzioni -  e pubbliche, individuabili attraverso la ricerca delle notizie nella rete SBN che le collega all’interno della trentennale Banca dati, ma anche in quello che una volta si sarebbe definito materiale minore e  che ora, rotta la rigida linea di confine che separava, fino alla metà degli anni Settanta, i beni archivisti da quelli librari, diviene importante risorsa per la ricostruzione della storia letteraria, sociale e artistica del Paese.

Molte istituzioni hanno intrapreso in questi ultimi anni progetti per l’individuazione e la salvaguardia di questo tipo materiale situato al confine fra pubblicazione e manoscritto: da menzionare il progetto dell’Università degli Studi di Genova sulla ricerca e lo studio dei libri postillati e l’importante lavoro di digitalizzazione  dei libri con dedica dei Fondi  De Mauro, Falqui e Morante  realizzato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

Dediche, agende, agendine, locandine, corrispondenze, fotografie e audiovisivi con fogli editoriali, costituiscono, nel passaggio fra la scrittura manuale, la stampa e il digitale, la particolare risorsa del secondo Novecento che va riconosciuta, preservata, valorizzata  e studiata come testimonianza di ciò che ha caratterizzato il mondo intellettuale italiano nei suoi sottili e, quasi impalpabili, rapporti amicali, nei luoghi e nelle consuetudini di vita.

La Biblioteca Elio Pagliarani ha voluto indagare tali preziose risorse iniziando dalla catalogazione e dalla riproduzione dei libri con dedica posseduti nel Fondo Elio Pagliarani e organizzando un Convegno sulla Dedica al quale sono stati chiamati a partecipare alcuni dei più importanti studiosi del genere.

Le dediche della nostra biblioteca, ne siamo convinti, costituiscono una significativa testimonianza della personalità degli scrittori e della qualità e dell’intensità del loro rapporto con Pagliarani e possono contribuire ad illuminare e a contestualizzare aspetti meno noti della storia letteraria italiana ricostruendo quella rete impalpabile di rapporti sociali su cui cresce e si sviluppa il mondo delle idee e delle consuetudini letterarie.

Accostare alla notizia bibliografica e alla notizia testuale l’immagine che riproduce la grafia dell’autore può essere utile alla conoscenza sensibile della personalità del dedicante e di quella del dedicatario e al superamento, nel digitale, del confine fra bene librario e bene archivistico che la dedica–genere per sua natura ambivalente – può ben rappresentare.

La realizzazione di questo progetto, descritto nel dettaglio dalle bibliotecarie Maria Gabriella D’Amore e Daniela Guolo, e la ricchezza degli atti convegnistici che ora pubblichiamo vivamente ringraziando tutti gli studiosi che sono intervenuti, può fare emergere in tutta la loro complessità e singolarità, gli aspetti che caratterizzano la biblioteca Elio Pagliarani  e che la rendono unica nel panorama del Polo SBN Linceo, ben collocandosi come utile strumento  per gli studi storico-letterari del secondo Novecento italiano. 

Con questi intenti speriamo di avere offerto il nostro contributo al Paese nel ricordo delle vite quei poeti, artisti e scrittori contemporanei che restano con noi fra gli scaffali delle biblioteche e nei faldoni degli archivi perché per dirla con Elio Pagliarani: “Ma ciò che distingue l’uomo è la scommessa”.