p. 20-25 > Tre poesie inedite del poeta inglese Philip Morre

Tre poesie inedite del poeta inglese Philip Morre

 Giorgia Sensi

 
 

The Tarboosh

 

The tarboosh, she was saying, appears

not to evolve, and tapping the desk

with her pointer, she summons a slide,

which indeed figures all-but-identical

truncated cones tagged with disparate

dates while back of her podium

tall windows give onto a wide canal

where bareheaded boys call crudely

as our hold on Coptic hatwear accrues.

So it goes: the world is coevally

tamed and eludes. We are diligent

deploying our charming bastions of fact

but the street-cries intrude, refuse to be

marginal glosses, barge in on our act.

 

Il tarboosh

 

Il tarboosh, diceva lei, pare

               non evolversi, e toccando la scrivania

               con la bacchetta, proietta una slide,

               che infatti mostra coni troncati

               quasi identici con date diverse

               mentre dietro al suo podio

               finestre alte danno su un ampio canale

               dove ragazzini a testa nuda

               gridano sguaiati

               mentre la nostra padronanza

               del copricapo copto si accumula.

               Così va il mondo: allo stesso tempo

               acquiescente e sfuggente. Con diligenza

               schieriamo i nostri bei bastioni di fatti

               ma le grida di strada si intromettono,

               rifiutano di essere note marginali,

               irrompono nei nostri atti.

 

 

                        Group Therapy

 

No-one in our therapy group can recall

the last time they slept through

from belated book-close to morning-call.

 

We confess to fridge raids at well-past-two

for milk-shake and biscuit,

a solo hour with the London Review . . .

 

Communal living, had we thought to risk it,

might have wildly entailed

a kitchen sodality, pot-roast brisket

 

in the small hours, foil to an ice-empailed

zinfandel  . . . and tonight

cards are being thumbed, debating coats trailed,

 

the fallboard's back on that Erard upright:

Sol's arm-garters glow

like bracelets in the windowed moonlight.

 

When in our lives have we dared to show

such flushed exuberance,

such panache?! . . . Never before and not now.

 

This hall could host a Quaker observance,

though we brethren attach

scant weight to our brothers' fraught evidence

 

as one by one we turn away to watch

– I, Hal, Sol too it seems –

a spider embroidering the service-hatch.

 

My unmoored mind drifts to its old themes:

the way, when you checked out,

you merely moved upstairs into my dreams . . .

 

Terapia di gruppo

 

Nessuno nel nostro gruppo di terapia ricorda

l'ultima volta che ha fatto un sonno ininterrotto

dalla chiusura di un libro la sera tardi alla sveglia del mattino.

 

Tutti confessiamo incursioni al frigo ben oltre le due,

per un frullato e un biscotto,

un'ora in solitario con la London Review …

 

Una vita in comune, l'avessimo azzardata,

avrebbe comportato un sodalizio

frenetico in cucina, petto di manzo brasato

 

nelle ore piccole, contrastato da un bel Zinfandel

nella sua benna di ghiaccio,... e stasera

si rimescolano le carte, i dibattiti si accendono,

 

               il coperchio è alzato sulla tastiera dell'Erard verticale:

               i reggimaniche di Sol brillano

               come braccialetti al chiaro di luna dalla finestra.

 

               Quando nella vita abbiamo osato dimostrare

               un'esuberanza tanto esaltata,

               un tale brio?! . . . Mai prima e non ora.

 

               Quest'aula potrebbe ospitare un'osservanza Quacchera,

benché noi confratelli diamo

scarso peso alle testimonianze sofferte dei compagni

 

visto che uno dopo l'altro ci allontaniamo a osservare

– io, Hal, perfino Sol a quanto pare –

un ragno che ricama il passavivande.

 

La mia mente vagante si lascia andare ai suoi temi consueti:

al modo in cui, quando te ne sei andata,

ti sei solo trasferita al piano di sopra, ai miei sogni ...

 

 

Pastoral

 

Since the flock has filled the road

you kill the engine and light up,

fastidiously lowering your window

and dangling the fag outside

as to stab the lead ram in the eye.

 

For all we have a ferry to hit

you seem unperturbed, perhaps relishing

the small thrill of pushing the limit

that last four miles round the lip of the bay

and down into the not-quite-encircling

hug of the harbour shore.

 

So we sit, staring idly into a sea fret,

while the woollen tide breaks bleating

right and left of the Saab and time slows

to the gait of the insouciant shepherd

who parades after the prow of his nose              

like a prince nobly not noticing a flaw.

 

Pastorale

 

Visto che il gregge ha occupato la strada

tu spegni il motore e accendi una sigaretta,

abbassi scrupolosamente il finestrino

e la fai penzolare all'esterno come

per ficcarla nell'occhio del montone capobranco.

 

Abbiamo un traghetto da prendere,

eppure sembri indifferente, forse ti gusti

il piccolo brivido di spingere al massimo

le quattro miglia che costeggiano la baia

e giù fino all'abbraccio quasi circolare

del litorale del porto.

 

Così restiamo seduti, lo sguardo perso sulla foschia,

mentre la marea lanosa si frange coi suoi belati

a destra e a sinistra della Saab e il tempo si adatta

all'andatura lenta del pastore che noncurante

sfila dietro la prua del suo naso

come un principe che nobilmente ignori un neo.

 

 

Breve Bio di Philip Morre

 

Philip Morre è nato a Londra ma si è trasferito in Italia una ventina di anni fa, a Venezia, dove vive e lavora come traduttore.

Ha pubblicato varie plaquettes, e su diverse riviste. La sua raccolta The Sadness of Animals è stata pubblicata nel 2012 da San Marco Press.

Di prossima pubblicazione: Istantanea di ippopotamo con banane, poesie scelte, cura e traduzione di Giorgia Sensi, Interno Poesia Editore.