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Il sorriso dei gatti del Cheshire
Valerio Magrelli
A mia moglie
Laviamo i nostri byte nell’acqua calda.
Per gioco li chiamiamo le “mordacchie”.
Pensavo che quel termine innocente
si riferisse a museruole per cani,
invece designa un antico
strumento di tortura
con un uncino che entra nella lingua
costringendo la vittima in catene
a ingoiare il suo sangue.
Laviamo i nostri byte nell’acqua calda
e li laviamo nella stessa tazza.
Sott’acqua, silenziosi, galleggianti,
i due apparecchi si scambiano baci.
Ora li fanno trasparenti, morbidi,
per proteggere i denti, che altrimenti,
ticchettando nel sonno come nacchere
tutta la notte, ci costringerebbero
ad una danza macabra.